La pianificazione nel welfare: educazione previdenziale e strumenti al servizio del cittadino

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La pianificazione nel welfare: consulenti del lavoro, strumenti digitali e nuova cultura previdenziale

Il 18 novembre, presso la sede dell’ENPACL e in collegamento webinar, il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, l’Ente di previdenza e MEFOP (società partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) hanno affrontato nel corso di un convegno il tema della pianificazione nel welfare: l’educazione previdenziale e i tools al servizio del cittadino.
L’iniziativa, inserita nel mese dell’educazione finanziaria promosso dal Comitato EDUFIN, ogni anno richiama istituzioni, enti e operatori a riflettere su come innalzare il livello di competenze di cittadini e lavoratori in materia di risparmio, previdenza e welfare.

Il contesto

È stato il Direttore Generale di ENPACL, Fabio Faretra, ad aprire i lavori richiamndo alcuni dati dell’Edufin Index che fotografano con crudezza il ritardo italiano: solo 4 cittadini su 10 hanno competenze considerate “sufficienti” in ambito finanziario e assicurativo; il Pension Index si ferma a 54 punti per gli uomini e a 43 per le donne, su una scala da 0 a 100. Colpisce il divario di genere, quello generazionale – con i livelli più bassi tra i giovani sotto i 25 anni – e quello territoriale, con Lombardia e Piemonte nettamente più consapevoli rispetto al Centro-Sud. Non sorprende, allora, che l’adesione alle forme di previdenza complementare si fermi su base nazionale al 38,5% degli occupati.

Faretra ha insistito su tre “driver” che, a suo avviso, devono guidare ogni riflessione sulla sostenibilità del welfare: natalità, occupazione, longevità. La combinazione di bassa fecondità, carriere frammentate e vite più lunghe rende sempre più complesso il compito dei sistemi di protezione sociale.

Un altro passaggio forte del suo intervento ha riguardato la complessità normativa. Dal 1992 al 2011, tra riforma ‘Amato’ e riforma ‘Fornero’, l’Italia ha conosciuto sette riforme organiche delle pensioni, cui si sono aggiunti interventi quasi annuali. Il risultato è una stratificazione di regole che rende difficile orientarsi perfino agli addetti ai lavori. Nel medesimo periodo, ha ricordato Faretra, la Germania è intervenuta solo tre volte, operando sempre sul testo del Libro sesto del Codice sociale dedicato alle pensioni. Da qui la proposta di avviare una riflessione seria sulla redazione di un Testo unico della previdenza, sul modello di quanto già fatto in altri ambiti (finanza, maternità, sicurezza sul lavoro, appalti).

Faretra ha così tracciato il perimetro dell’incontro: colmare il mismatch formativo dei cittadini, fornire strumenti concreti di consulenza, semplificare il quadro normativo. Su questi assi si sono innestate le relazioni successive.

Il consulente del lavoro, ‘avamposto’ dell’educazione previdenziale

Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Rosario De Luca, ha rivendicato con forza la funzione pubblica della Categoria. I Consulenti del Lavoro, ha ricordato, assistono oltre 1 milione e mezzo di imprese e gestiscono ogni mese circa 9 milioni di buste paga tra lavoratori subordinati e autonomi: un osservatorio unico sul mercato del lavoro reale.

Per anni la pensione è stata percepita come un tema da affrontare solo a fine carriera. De Luca ha rovesciato la prospettiva: la pianificazione previdenziale deve entrare nella consulenza ordinaria, fin dall’assunzione. È in quel momento che il lavoratore sceglie se e come aderire alla previdenza complementare; recuperare in seguito gli errori o i ‘buchi’ contributivi è spesso impossibile o molto costoso.

Da qui l’insistenza sul percorso formativo avviato da tempo da ENPACL, Fondazione Studi e TeleConsul: migliaia di Consulenti hanno frequentato corsi specialistici in materia previdenziale e molti studi professionali hanno ormai consolidato un’area di consulenza pensionistica avanzata, affiancando alla gestione degli adempimenti il supporto strategico a imprese e lavoratori.

MEFOP: il ruolo dei Consulenti per lo sviluppo del secondo pilastro

Il Presidente di MEFOP, Mauro Marè, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze presso l’Università della Tuscia oltre che Direttore dell’Osservatorio sul welfare presso la Luiss Business School, dove insegna anche Scienza delle Finanze, nonché Visiting Professor presso il Department of Economics della Boston University, ha offerto una lettura di lungo periodo del sistema pensionistico italiano. In un Paese caratterizzato da forte invecchiamento, bassa natalità e crescente mobilità dei giovani verso l’estero, il tradizionale meccanismo finanziario della ripartizione è messo a dura prova: gli attivi che versano contributi sono sempre meno rispetto ai pensionati.

Da anni MEFOP conduce indagini campionarie su migliaia di individui: i risultati confermano che le adesioni a fondi pensione e fondi sanitari si concentrano nel Nord (Veneto, Lombardia, alcune aree del Lazio) e nelle aziende di dimensioni medio–grandi; nel Centro-Sud la diffusione della previdenza complementare è ancora limitata. L’educazione finanziaria risulta, a sua volta, più bassa proprio dove la tutela pubblica del welfare è più fragile.

In questo contesto, per Marè i Consulenti del Lavoro sono ‘snodo fondamentale’: nelle imprese prive di una presenza sindacale strutturata – la gran parte del tessuto di PMI italiano – sono loro a poter illustrare vantaggi fiscali, regole di adesione, effetti di lungo periodo delle scelte di previdenza e welfare aziendale. Senza il coinvolgimento diretto dei Consulenti, il welfare negoziale rischia di restare confinato a poche realtà avanzate.

Welfare integrato: la prospettiva di MEFOP e delle Casse

Il Direttore generale di MEFOP, Luigi Ballanti, ha ricordato come la missione della società – partecipata dal MEF e dai principali FRondi pensione – sia ormai da tempo passata dalla sola previdenza complementare a un più ampio concetto di welfare integrato: pensioni, sanità, assistenza al reddito, sostegno alla genitorialità, strumenti di conciliazione vita–lavoro.

In questo quadro, le Casse di previdenza privatizzate – e tra queste l’ENPACL – sono state spesso apripista, affiancando alle prestazioni pensionistiche un catalogo crescente di tutele assistenziali. ENPACL, in particolare, è stata tra le prime a promuovere la contribuzione modulare volontaria, la copertura LTC, le polizze sanitarie integrative nonché una comunicazione multicanale rivolta agli iscritti.

Frutto di questa visione è anche il protocollo d’intesa tra MEFOP, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ed ENPACL, siglato nel 2017 e rinnovato nel 2025, che ha portato alla creazione della piattaforma UniversoPrevidenza: uno strumento pensato per supportare concretamente la consulenza previdenziale negli studi professionali, trasformando dati complessi in proiezioni comprensibili per aziende e lavoratori.

Giovani, orientamento e cultura della legalità

Un passaggio particolarmente significativo è stato dedicato ai giovani. Elisa Paolieri, Presidente dell’Associazione Nazionale Giovani Consulenti del Lavoro, ha ricordato come una parte rilevante delle iniziative dell’Associazione sia rivolta alle scuole superiori e alle Università, con percorsi su legalità, sicurezza sul lavoro ed educazione previdenziale.

Molti ragazzi, ha raccontato, non hanno ancora scelto il proprio percorso professionale e faticano a immaginare cosa significhi ‘pensione’. Eppure, proprio per loro il passaggio al metodo di calcolo contributivo rende decisiva la tempestività delle scelte di risparmio di lungo periodo.

Attraverso workshop, sportelli di orientamento nelle fiere del lavoro e momenti formativi promossi anche con il supporto del Comitato EDUFIN, i giovani consulenti cercano di accompagnare gli studenti alla scoperta dei meccanismi previdenziali, parlando un linguaggio accessibile e superando la distanza generazionale che spesso rende queste tematiche astratte o ansiogene.

Strumenti digitali e intelligenza artificiale al servizio della consulenza

La sessione dedicata ai tools ha messo al centro l’esperienza di TeleConsul, società partecipata da ENPACL, da oltre trent’anni partner tecnologico della Categoria. L’Amministratore Delegato Giovanni Cerrone ha ricordato come la missione dell’azienda non sia solo quella di fornire banche dati e software di gestione paghe, ma di accompagnare i Consulenti nel riposizionamento verso servizi a più alto valore aggiunto.

Le analisi di mercato condotte con la Fondazione Studi del Consiglio Nazionale mostrano una crescita significativa degli studi che offrono servizi in ambito welfare e consulenza previdenziale: rispetto al 2021, le attività di welfare aziendale e di consulenza pensionistica risultano tra le innovazioni di servizio più frequenti. Coerentemente, TeleConsul ha registrato un aumento sensibile dei prodotti dedicati a questi ambiti, anche grazie alla partnership con la società Epheso, specializzata in strumenti di simulazione previdenziale, illustrati dall’Amministratore Delegato Alberto Cauzzi.

Le piattaforme sviluppate consentono di integrare dati retributivi, carriere frammentate tra diverse gestioni e posizioni di previdenza complementare, restituendo al Consulente scenari comparati, ipotesi di decorrenza, livelli di tasso di sostituzione. In prospettiva, l’uso dell’intelligenza artificiale – più volte richiamato nel titolo dell’evento – potrà potenziare ulteriormente la capacità di personalizzare le analisi e di “tradurre” in maniera comprensibile normative sempre più stratificate.

Norme in evoluzione e rischi del contributivo puro

La parte conclusiva dei lavori è stata affidata ad Antonello Orlando, Consulente del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha proposto una lettura critica delle più recenti novità legislative. Al centro, il passaggio dal metodo retributivo a quello contributivo, che rende la pensione strettamente legata ai versamenti effettuati nell’arco della vita lavorativa.

Orlando ha richiamato alcuni numeri emblematici: nel 2023 i fondi pensione hanno erogato circa 4 miliardi di euro di prestazioni, ma solo 100 milioni sotto forma di rendita: il resto è stato percepito come capitale o anticipazione. Un comportamento che tradisce la finalità originaria della previdenza complementare – integrare stabilmente la pensione pubblica – e la trasforma, di fatto, in un risparmio di medio periodo.

Allo stesso tempo, le norme più recenti (dalla facoltà di utilizzare il montante dei fondi pensione per raggiungere la soglia minima delle pensioni contributive, alle deleghe su LTC e welfare sanitario integrato) indicano la volontà del legislatore di elevare il rango della previdenza complementare, facendone un pilastro essenziale del futuro reddito da anziani. Ma, come ha osservato Orlando, queste aperture sono spesso accompagnate da contrappesi stringenti – requisiti contributivi più elevati, divieti di cumulo, vincoli fiscali – che rischiano di ridurne l’attrattività.

In questo quadro si comprende ancora di più l’appello di Faretra a una riforma organica e leggibile: senza semplificazione normativa, anche i migliori strumenti educativi e digitali rischiano di arenarsi di fronte a regole eccessivamente complesse.

Welfare, benessere e responsabilità condivisa

In chiusura, il Presidente di ENPACL Sergio Giorgini ha riportato la discussione al suo nucleo più concreto: la vita delle persone. In un mercato del lavoro fatto di carriere interrotte, salari spesso insufficienti e nuovi bisogni di conciliazione, la previdenza non può essere considerata un semplice adempimento tecnico bensì un pezzo del più ampio benessere del lavoratore.

Giorgini ha richiamato il percorso ventennale di ENPACL nella costruzione di un welfare integrato per i Consulenti del Lavoro: dalla modularità contributiva alle coperture sanitarie, alla LTC, sottolineando come l’Ente intenda continuare a investire su formazione, strumenti digitali e nuove tutele.

L’evento del 18 novembre ha mostrato, in definitiva, che la sfida dell’educazione previdenziale non può essere delegata a un solo attore: richiede l’impegno coordinato di istituzioni, Casse di previdenza, Fondi pensione, mondo della scuola e professionisti. In questo mosaico, i Consulenti del Lavoro – forti della loro prossimità quotidiana a imprese e lavoratori – sono chiamati a essere protagonisti. Occorre tradurre numeri in scelte consapevoli, accompagnare aziende e persone nella pianificazione del futuro, utilizzare al meglio i nuovi strumenti tecnologici senza dimenticare che, al centro di tutto, resta la dignità della vita lavorativa e della vecchiaia.

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